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In questa guida mettiamo a disposizione alcuni consigli su come scegliere un tornio professionale e vediamo quali sono i prezzi dei migliori prodotti sul mercato.
Il tornio è una macchina utensile destinata a produrre essenzialmente solidi di rivoluzione e superfici elicoidali. Dicesi anche tornitrice e l’operazione da essa compiuta è quella di tornitura. Torni speciali permettono di ottenere anche pezzi ellittici, quadrangolari e sagomati. Il pezzo da lavorare è fissato alla parte girevole della macchina (mandrino) mentre l’utensile, quasi sempre monotagliente, è fissato alla parte mobile (carrello) che può traslare in senso longitudinale e trasversale. II moto rotatorio del pezzo è il moto principale di lavoro; il moto di avanzamento, trasmesso all’utensile che si sposta lungo la superficie in lavorazione, è invece il moto di alimentazione. Con questa macchina utensile si possono fare diversi tipi di lavoro, secondo la direzione in cui avviene il moto di avanzamento dell’utensile rispetto al pezzo in rotazione. Con moto parallelo all’asse del tornio si ottengono su perfici cilindriche o filettate (interne o esterne); con moto perpendicolare all’asse del tornio si ottengono superfici piane; con moto obliquo all’asse del tornio si ottengono superfici coniche. Per soddisfare alle numerose esigenze, la tecnica moderna mette a disposizione un vasto assortimento di torni che differiscono tra loro per dimensioni, caratteristiche, forme costruttive, ecc.
Storia Tornio
Il tornio, una delle più importanti macchine utensili, apparso nella preistoria, nacque indipendentemente dal tornio del vasaio. Il più antico tipo di tornio si basava sulla azione dell’arco, lo stesso principio applicato al trapano. La corda dell’arco veniva avvolta intorno al pezzo da lavorare, e l’arco veniva spostato avanti e indietro, facendo cosi girare nei due sensi il pezzo. A questo veniva accostato contemporaneamente un ferro affilato, per ottenere la forma voluta.
Nel 500 a.C. venne introdotto il tornio a balestra. Il moto era sempre alternato ed era determinato da una corda avvolta intorno all’asse di rotazione. Un’estremità della corda era fissata a un pedale, mentre l’altra era assicurata a una molla a balestra, che provocava il richiamo di ogni mezza rotazione dello strumento. In questo modo l’operatore aveva le mani libere per lavorare, potendo far girare l’apparecchio con il piede. Durante il Medioevo, con lo sviluppo generale della tecnologia meccanica, anche il tornio venne migliorato, rendendone possibile il moto continuo, per mezzo di una ruota che trasmetteva la rotazione all’asse, grazie a una cinghia.
Nello stesso periodo vi fu applicato un altro principio, collegando la ruota a un sistema biella-manovella, azionato a pedale, una soluzione già adottata secoli prima per il funzionamento di altre macchine, come la sega idraulica e le macchine per il sollevamento dell’acqua irrigua. La documentazione di questo tipo di tornio appare nel Codice Atlantico di Leonardo da Vinci. I torni a balestra, a ruota, a biella-manovella rimasero in uso fino a epoca recente. E non è raro vedere ancora oggi, per esempio nei paesi intorno al Lago di Como, artigiani che lavorano il legno mediante torni a balestra. La lavorazione dei metalli, che andava rapidamente sviluppandosi ed estendendosi, impose la necessità di disporre di torni più efficienti e robusti.
Verso la metà del XVIII sec. vennero realizzati i primi modelli di ferro adatti a questo tipo di lavorazione. Per operazioni più pesanti, sulle ruote delle locomotive o sui volani dei macchinar!, si applicò al tornio il motore a vapore, in sostituzione dell’energia prodotta da ruote idrauliche. Altri perfezionamenti furono apportati dall’ingegnere inglese Henry Maudslay che, nel 1797, costruì il primo tornio per la maschiatura delle viti.
Verso la metà del XIX sec., nella sua fabbrica di Manchester, l’ingegnere industriale inglese Joseph Whitworth realizzò il tornio per la filettatura delle viti, una lavorazione che porta il suo nome. Il primo tornio a torretta portautensili fu ideato, nel 1855, dall’inglese Henry Stone. E nel 1895, cinque anni dopo che un altro inglese, C. M. Spencer, ebbe realizzato il primo tornio automatico, il modello a torretta fu perfezionato in modo da poter portare più utensili e lavorare pezzi in serie.
Tipi Tornio
I torni si possono classificare in
-Torni semplici
Si chiamano semplici i torni nei quali il moto di avanzamento dell’utensile è comandato soltanto a mano; paralleli quelli in cui il moto dell’utensile può essere comandato, oltre che.a mano, anche automaticamente. A parte questa differenza, anche se fondamentale perché con il tornio parallelo si ottiene un maggiore numero di prestazioni, le parti principali costituenti la macchina sia nei torni semplici che in quelli paralleli sono le stesse sia per forma che per disposizione. Esse sono: il banco o basamento, la testa motrice, il carrello portautensili, la contropunta. Un esempio è il classico tornio per ceramica.
-Torni paralleli
-Torni semiautomatici a torretta o a revolver
Sono torni nei quali gli utensili necessari ad una successione di operazioni vengono predisposti radialmente su una torretta che, a comando dell’operatore, ruota intorno al proprio asse portando gli utensili in posizione di lavoro, uno dopo l’altro, secondo l’ordine prestabilito.
-Torni semiautomatici ad utensili multipli
Permettono una lavorazione simultanea con molti utensili.
-Torni automatici
Servono per la produzione di grandi serie di elementi ricavabili da barra, sia questa di sezione circolare, quadrata od esagonale. Tali elementi, generalmente di limitate dimensioni, come viti, perni, boccole, ecc., vengono completamente finiti al tornio automatico mediante una successione ordinata e prestabilita di operazioni elementari, tutte automatiche.
-Torni per copiare
Si possono considerare appartenenti alla categoria dei torni semiautomatici. In essi il pezzo viene piazzato fra l’autocentrante e la contropunta e lavorato con un utensile che si muove automaticamente seguendo un profilo imposto da una copia.
-Tornio verticale
Ha l’asse verticale e la tavola portapezzo (a forma di disco) orizzontale. Serve per la tornitura di elementi di notevole diametro e quindi di peso rilevante, come giranti di turbine, grandi pulegge e volani ruote dentate, ecc.
-Tornio frontale
Serve per operazioni di stacciatura di pezzi di grande diametro ma di limitato spessore, come cerchioni, grandi pulegge, ecc.
-Tornio universale
Pur essendo molto simile ai torni paralleli, è adatto a varie altre funzioni che Io rendono universale. Si distingue dagli altri torni per le seguenti caratteristiche principali: 1) regolazione continua nel rapporto 1 : 4 di ciascuna delle gamme di velocità del mandrino; 2) avanzamenti e corse rapide idraulici; 3) spostamento idraulico della contropunta; 4) copiatura oleodinamica secondo un dato profilo; 5) filettatura per mezzo di patrone intercambiabili.
-Tornio per spogliare o spogliatore
Serve per dare la spoglia ai denti a profilo costante delle frese, dei creatori e dei maschi.
-Tornio da ripresa
Risulta essere una macchina particolarmente adatta alla produzione in serie di elementi ricavabili con operazioni di tornitura. La denominazione da ripresa data a questi tomi deriva dal fatto che i pezzi vengono introdotti volta per volta nella pinza, mentre il ciclo di lavorazione avviene automaticamente.
Componenti Tornio
Il tornio è composto da una serie di componenti che ne permettono il funzionamento
Banco o basamento
È la parte inferiore della macchina che sostiene e guida le parti operanti, ossia la testa, il carrello e la contropunta; è di ghisa e deve presentare tale robustezza da non subire, sotto la pressione dell’utensile, deformazioni sensibili o comunque maggiori della tolleranza ammissibile nella lavorazione. Esso porta superiormente le due guide parallele sulle quali scorre il carrello e la contropunta. Le guide possono essere a coda di rondine, rettangolari (o piane), a forma di V rovesciato (dette anche trapezoidali o prismatiche). Le guide prismatiche sono le più razionali e vengono normalmente impiegate nei torni di precisione per il pregio che hanno di impedire gli spostamenti trasversali del carrello in seguito ad usura e di garantire la perfetta coassiallità delle due punte. La disposizione delle guide sul banco può essere varia: due guide prismatiche per il carrello, una guida prismatica ed una piana per la contropunta; quattro guide prismatiche; una guida prismatica ed una piana sia per il carrello che per la contropunta.
Testa motrice
È fissata al banco a sinistra dell’operatore e riunisce gli organi che ricevono il movimento dal motore e io trasmettono al mandrino o fuso; questo ha lo scopo di sostenere il pezzo da lavorare e di imprimergli il moto fondamentale di rotazione in modo da poter apportare del truciolo per mezzo di uno o più utensili durante la tornitura del pezzo stesso. Data i la necessità di dover variare la velocità di rotazione del pezzo per la diversità dei materiali e dei diametri che possono presentarsi nelle lavorazioni, la testa motrice ha la possibilità di fornire velocità periferiche diverse del mandrino, da scegliere volta per volta. La testa motrice può quindi essere con cono di pulegge oppure monopuleggia. Quest’ultima ha un’unica puleggia che riceve il moto dal motore per mezzo di cinghie trapezoidali, e le diverse velocità del mandrino si ottengono con cambio a ingranaggi mediante Io spostamento di leve esterne.
II motore della macchina è a sua volta suscettibile di due o tre velocità: il numero complessivo delle velocità del mandrino viene allora raddoppiato o rispettivamente triplicato rispetto a quelle fomite dalla testa motrice. Il numero di velocità disponibili in un normale tornio moderno varia generalmente da dodici a diciotto. Fanno eccezione i torni dotati di variatori di velocità idraulici nei quali la velocità del mandrino può essere fatta variare con continuità da zero ad un massimo. Alla estremità destra del mandrino si può avvitare la piattaforma autocentrante od altre attrezzature portapezzo; nel suo interno è invece ricavato un foro cilindrico terminante con un tratto conico in cui può essere innestata una contropunta od un altro tipo di mandrino che abbia il gambo conico della stessa misura.
Carrello porta utensili
Può scorrere longitudinalmente lungo le guide dei banco in modo da fornire all’utensile il moto di alimentazione e riunisce quindi gli organi che fissano l’utensile stesso e gli trasmettono il moto. La slitta inferiore scorre sulle guide del banco e fa muovere l’utensile parallelamente all’asse del tornio. Il movimento si ottiene ruotando il pignone, fisso alla slitta, che ingrana con la dentiera solidale al banco. La rotazione del pignone si effettua a mano mediante il volantino. La slitta trasversale scorre, su quella inferiore in direzione trasversale all’asse del tornio. II suo movimento può essere comandato a mano per mezzo di una manovella a cui è solidale una vite che si avvita in una chiocciola fissa alla slitta, oppure può essere ottenuto automaticamente.
La piattaforma girevole è costituita da un disco graduato che ruota sulla slitta trasversale intorno ad un asse verticale. La slitta superiore si muove lungo guide orizzontali solidali alla piattaforma girevole ed è comandata da un sistema vite-chiocciola analogo a quello del carrello trasversale. II portautensili tiene fermo l’utensile nella esatta posizione di lavoro mediante viti di pressione. Le tre slitte e la piattaforma girevole permettono all’utensile di muoversi parallelamente all’asse del tornio (moto della slitta inferiore) per eseguire la tornitura cilindrica, perpendicolarmente all’asse del tornio (moto della slitta trasversale) per eseguire la tornitura in piano o sfacciatura/obliquamente all’asse del tornio (inclinando Se guide del carrello superiore mediante la rotazione della piattaforma girevole) per eseguire la tornitura conica.
Testa mobile
Detta anche contropunta o toppo mobile, si fissa alle guide del banco dalla parte opposta alla testa motrice e ha il compito di sostenere il pezzo da lavorare mantenendolo allineato con l’asse del tornio. Essa può scorrere lungo il banco ed essere bloccata nella posizione più opportuna in ‘relazione al pezzo da tornire. Si compone di un supporto di ghisa che poggia sulle guide del banco, di una contropunta vera e propria contenuta nella sede conica della bussola la quale è accoppiata con la vite manovrabile per mezzo del volantino. Bussola e vite servono per dare alla contropunta piccoli spostamenti e per determinarne quindi l’esatta posizione rispetto al pezzo. Un tornio costituito dai soli organi sopra descritti è il cosiddetto tornio semplice. I movimenti automatici alle slitte inferiore e trasversale sono propri del tornio parallelo; essi hanno Io scopo di ottenere un determinato avanzamento dell’utensile per ogni giro del mandrino. II moto rotatorio derivato dall’asse del mandrino viene trasformato nel moto rotatorio di un altro albero ad esso parallelo e successivamente nel moto rettilineo del carrello portautensili. Il mandrino infatti gira insieme alla ruota la quale, attraverso un meccanismo di inversione di marcia, trasmette il movimento all’albero, detto albero secondario.
Questo potrà quindi girare nei due sensi con numero di giri uguale a quello del mandrino, avendo le ruote e lo stesso numero di denti. AI meccanismo di inversione segue il cambio di velocità dal quale il movimento arriva alla vite-madre. La vite-madre, con la sua rotazione, determina lo spostamento della chiocciola nell’uno o nell’altro senso e quindi il movimento del carrello che è ad essa solidale. Il collegamento tra carrello e vite madre si ottiene avvicinando due mezze chiocciole, fino a chiudersi sulla vite-madre, per mezzo di una leva che fa ruotare una piastra con due asole eccentriche nelle quali sono impegnati due perni solidali a ciascuna semichiocciola. I movimenti dell’utensile in direzione parallela e normale all’asse del tornio si possono ottenere pure automaticamente dalla cosiddetta barra scanalata. I due movimenti non possono però essere derivati simultaneamente: se uno di essi avviene automaticamente, l’altro, se è simultaneo, si può ottenere soltanto con comando a mano. La ragione di questa doppia derivazione per il moto longitudinale del carrello, cioè con vite-madre e barra scanalata, sta nella convenienza di evitare al massimo la usura della vite-madre che dovrebbe essere adoperata nei soli casi in cui è indispensabile, cioè nella costruzione di parti filettate. La trasmissione del moto dal mandrino alla barra scanalata avviene per mezzo degli stessi rotismi che muovono la vite-madre.
Di solito il collegamento tra barra scanalata e vite-madre è effettuato con una coppia di ruote dentate. La denominazione barra scanalata deriva dal fatto che essa è solcata longitudinalmente da una scanalatura nella quale scorre con una chiavetta la vite senza fine o il manicotto con innesto a denti che può rendere alternativamente solidali con la barra, per l’inversione del moto, uno o l’altro dei due pignoni costantemente accoppiati con una ruota conica. Oltre agli organi finora indicati, un tornio può avere il cosiddetto cambio di velocità che, mediante il semplice spostamento di una leva, consente di ottenere un certo numero di rapporti diversi, uno dei cambi più usati è il cambio Norton.
Torni Professionali più Venduti
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